Placca batterica della superficie dentale

Dopo i 3/4 anni circa la canna può iniziare un soffrire di alitosi, gengivite, ascessi e altri problemi del cavo orale che solo una detartrasi potrà curare. Questa va fatta nel nostro ambulatorio.

e si pratica con le dovute accortezze del caso in anestesia generale.

 

NUOVO VACCINO CONTRO LA LEISHMANIOSI

Letifend è un vaccino contro la Leishmaniosi per uso veterinario utilizzato nei cani per proteggerli dalla malattia causata dal parassita Leishmania infantum.

 Il parassita è diffuso nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo ed è trasmesso dalla puntura dei flebotomi.   I cani infetti potrebbero non mostrare alcun segno di infezione, ma alcuni sviluppano Leishmaniosi attiva con sintomi quali febbre, perdita di pelo, perdita di peso e ulcere cutanee.

 

La malattia è una zoonosi, ovvero una malattia che può essere trasmessa dall’animale all’uomo. Nel caso di Leishmania infantum, I cani infetti possono contagiare l’uomo.

Il vaccino contro la Leishmaniosi, è un vaccino liofilizzato il cui principio attivo, la proteina Q, è ottenuto mediante la tecnica del DNA ricombinante.  Il dna ricombinante, è una porzione di dna in cui è stato introdotto un gene che appartiene ad un organismo estraneo e che contiene le informazioni necessarie per stimolare la produzione di una particolare proteina. Nel nostro caso specifico, la proteina Q, è una proteina costituita da diversi frammenti di proteine del parassita Leishmania infantum. Questi frammenti non sono frammenti  scelti a caso, ma appartengono a quelle “parti del parassita” (antigeni) che sono in grado di generare nel nostro amico a quattro zampe una risposta immunitaria. La funzione di Letifend è quella di “insegnare” al sistema immunitario, il naturale sistema di difesa dell’organismo, a difendersi da una malattia. Quando i cani ricevono Letifend, il loro sistema immunitario riconosce la proteina della Leishmania come “estranea” e produce difese per contrastarla. In futuro, se gli animali saranno esposti al parassita, il sistema immunitario sarà in grado di reagire più rapidamente. Ciò contribuirà a proteggerli dalla malattia.

In una ricerca sul campo condotta in Francia e Spagna, 275 cani sono stati vaccinati con Letifend e 274 cani hanno ricevuto il placebo (un vaccino fittizio). I cani sono stati esposti a infezione naturale con Leishmania infantum. Nel corso di un periodo di due anni, sono stati riscontrati 8 casi confermati di leishmaniosi nel gruppo sottoposto a vaccinazione rispetto a 19 casi nel gruppo placebo, a dimostrazione che Letifend è stato efficace nel ridurre l’insorgenza della malattia

 

Il vaccino contro la Leishmaniosi può essere somministrato in cani di età superiore ai 6 mesi e va somministrato con una singola iniezione sottocutanea. L’immunità inizia 28 giorni dopo la somministrazione del vaccino e il richiamo è annuale al fine di mantenere l’efficacia del  vaccino.

 

Presso il nostro ambulatorio esiste una speciale offerta dedicata al vaccino contro la Leishmaniosi comprensiva di visita, test e vaccino.

Adottare un cane dal canile di Rossano

celta di adottare un cane del canile costituisce senza dubbio un gesto di civiltà.

Nel Canile Rifugio del Comune di Rossano, sito in contrada Foresta, tanti amici a 4 zampe aspettano una buona adozione.

Se si desidera veramente un cane, non è necessario che sia di razza: un meticcio può essere un vero amico, capace di dare moltissimo senza chiedere niente di speciale in cambio, se non il vostro amore e il vostro rispetto.

Decidere di adottare un cane, è una atto molto importante, poiché cambierà la vostra vita.

Adottare un cane significa assumersene piena responsabilità per tutta la sua vita. Significa organizzare le vacanze tenendo in considerazione anche il vostro nuovo amico, significa assumersene gli oneri economici, educarlo alla convivenza in famiglia e fuori.

L'adozione di un cane del canile comporta l'assunzione di un impegno non solo in termini morali ma anche in termini di legge. Al momento della richiesta di adozione, viene proposto all'adottante di compilare un questionario, nel quale si impegna a custodire l'animale con le dovute cure, a non cederlo a terze persone e a non abbandonarlo mai.

Se, dopo aver valutato bene pro e contro, siete veramente decisi ad allargare la vostra famiglia, dovrete scegliere il cane adatto.

Di solito, la maggior parte delle persone che si recano in canile a prendere un cane sono accompagnate da una serie di richieste orientate soprattutto su cuccioli e cani di taglia piccola. Ma nella scelta di un cane, le cose più importanti da valutare non sono tanto la taglia e l'età, quanto il carattere. Per esempio, non è detto che un cane di taglia piccola sia il più indicato per vivere in appartamento: ci sono cani molto piccoli che sono però anche molto vivaci e che, per vivere serenamente, hanno bisogno di un giardino.

D'altro canto ci sono invece dei cani di taglia grande molto calmi e tranquilli adatti quindi a vivere in città e in appartamenti anche piccoli. Tenete conto che per un cane l'importante è avere l'affetto e la vicinanza della propria famiglia umana e non contano la dimensione del posto in cui vive. Se calcolate quanto sono grandi le gabbie di un canile, potrete senz’altro capire che è sicuramente meglio vivere nel vostro appartamento!

L'importante è assicurare al cane almeno tre uscite al giorno (quando è possibile anche quattro) durante le quali farlo correre nei prati, farlo giocare e socializzare con altri cani e persone.

Una volta arrivato il cane a casa, i primi giorni sono i più delicati e i più difficili per il nuovo arrivato. Fategli già trovare a casa la sua copertina, le ciotole ed i giocattoli.

Abituatelo fin da subito ai vostri ritmi: ricordate che i cani sono animali abitudinari e per loro è fondamentale avere ritmi quotidiani stabili. Dategli orari fissi per le passeggiate, la pappa e le attività ludiche. Lasciate che durante la prima settimana si adatti al suo nuovo ambiente e stile di vita, abbiate pazienza e non chiedete troppo al vostro nuovo compagno di vita. Quando si adotta un cane, se si prospetta che dovrà restare solo a casa per alcune ore, è bene abituarlo fin da subito a restare un po’ da solo, anche se per poco tempo.

Alla fine, se, nonostante tutte le difficoltà e le precauzioni, adotterete un cane dal canile, non ve ne pentirete, un cane abbandonato ha un'immensa capacità di amare.

Per eventuali ulteriori informazioni, potete visionare la nostra pagina facebook al seguente link: https://www.facebook.com/Adotta-Un-Cane-a-4-Zampe-Da-Rossano-CS-222743304963145/

 

 

LA GHIANDOLA DELLA TERZA PALPEBRA

La ghiandola della terza palpebra (o ghiandola lacrimale accessoria) è una ghiandola fisiologicamente localizzata nell’angolo interno dell’occhio, sotto la palpebra inferiore ed è tenuta in sede da un piccolo legamento. Tale ghiandola è responsabile, in associazione alla ghiandola lacrimale principale, della produzione delle lacrime, le quali hanno la funzione di mantenere umida e detersa la superficie della cornea e della congiuntiva.
Il Prolasso della terza palpebra nel cane è una patologia che consiste nella protrusione della ghiandola oltre il margine libero della palpebra inferiore. Questa affezione è frequente nei cani giovani, di età inferiore ai 2 anni, appartenenti alle razze brachicefale. Il Prolasso della terza palpebra si manifesta di solito ad un solo occhio, ma nell’arco di pochi mesi anche l’altro occhio viene interessato, facendo presupporre ad una predisposizione alla manifestazione della patologia. L’occhio affetto presenta una massa di piccole dimensioni, di colore rosato a livello dell’angolo nasale e per questa caratteristica la patologia viene volgarmente chiamata cherry eye (occhio a ciliegia). Nonostante sia un’affezione piuttosto frequente, l’esatto meccanismo patogenetico non è stato ancora dimostrato e si pensa sia legato ad una lassità del tessuto connettivale del legamento che dovrebbe mantenere in sede la ghiandola della terza palpebra. Tale lassità legamentosa deriva da un difetto congenito, che potrebbe anche avere base ereditaria, ma questa ipotesi non è ancora stata scientificamente dimostrata. A seguito dell’esposizione all’ambiente esterno la ghiandola si infiamma (adenite) ed assume colore rossastro, a volte addirittura violaceo, a cui può essere associata congiuntivite e nei casi più gravi si possono creare anche ulcere secondarie allo stato di irritazione.
In caso di prolasso della terza palpebra è importante intervenire in modo repentino, iniziando subito la terapia medica, al fine di evitare infezioni, in attesa che la ghiandola venga riposizionata chirurgicamente nella sede fisiologica. Infatti più a lungo la ghiandola resta prolassata e maggiori sono le probabilità che subisca alterazioni e che quindi, anche una volta riposizionata, non sia più completamente funzionale. A seguito della terapia medica si può tentare un riposizionamento manuale della ghiandola, ma molto spesso si rende necessario il riposizionamento chirurgico.

TRATTAMENTO CHIRURGICO

In passato (anni ’80) la scelta chirurgica di elezione per il trattamento del prolasso della terza palpebra era la completa asportazione del tessuto prolassato, ma diversi studi hanno dimostrato che la rimozione della ghiandola lacrimale accessoria determina una consistente riduzione della produzione di lacrime (dal 30% al 60%), predisponendo il soggetto all’insorgenza di una patologia invalidante cronica denominata cherato-congiuntivite secca. Questa tecnica, riconosciuta non etica, è stata quindi abbandonata e riservata solo a casi in cui il prolasso della terza palpebra recidiva e non ci siano più i presupposti per un corretto riposizionamento (ghiandola irrimediabilmente danneggiata o affetta da neoplasia). Sono state messe a punto diverse tecniche per il riposizionamento, ma sostanzialmente tutte hanno lo scopo di riposizionare e fissare la ghiandola prolassata all’interno di una tasca creata chirurgicamente sulla superficie interna della terza palpebra.
Il successo della chirurgia è buono, anche se recidive possono essere conseguenti a traumi della regione orbitale, tant’è che dopo la chirurgia il cane dovrà indossare il collare elisabettiano per alcuni giorni.

CANE E BAMBINO: CONSIGLI PER UNA BUONA CONVIVENZA

Adottare un cane è un atto d’amore che arricchisce tutta la famiglia, in special modo quando ci sono dei bambini piccoli. Il rapporto fra cane e bambino, infatti, se impostato seguendo alcune regole, si rivela molto educativo. Ecco un pratico decalogo per non sbagliare:

 

1. La suddivisione degli spazi  

Condividere sì, ma non sempre e non tutto: per un rapporto sano e proficuo fra il cane e il bambino bisogna che entrambi abbiano degli spazi personali. Il quattrozampe deve essere sicuro che i suoi giochi, la sua cuccia, la sua ciotola del cibo e dell’acqua non gli saranno mai sottratti. Così come il bambino deve avere i suoi spazi privati e puliti.

2. Il cane non è un giocattolo 

 È bene chiarire fin dal primo momento che il cane non è un giocattolo per il bambino. Quando adotti un cane, prepara i tuoi figli parlando con loro e spiegando che gli animali domestici vanno rispettati: anche loro provano sentimenti come la rabbia, la tristezza, la gioia, e provano sensazioni come il dolore e il piacere.

3. Il cane non è un babysitter 

 Pensare che il cane sia in grado di prendersi cura di un bambino è sbagliato. Anche se si rivela affettuoso, accudente ed educato. Il cane può infatti provocare involontariamente dei danni al piccolo. Un morso per giocare, un salto troppo irruente, sono episodi che possono velocemente trasformarsi in pericoli.

4. L’adulto deve sorvegliare  

Quando i bambini sono piccoli (sotto ai sei anni), è bene che un adulto resti sempre a sorvegliare gli incontri con il cane. È infatti importante ricordare che a volte il quattrozampe interpreta le movenze scoordinate dei piccoli come un pericolo. Anche il bimbo può fare male al cane, specialmente agli occhi e al naso, molto sensibile.

5. Non disturbare il cane  

Ci sono dei momenti in cui il cane non vuole e non deve essere disturbato: quando mangia e quando dorme. Non tutti gli amici pelosi reagiscono allo stesso modo e alcuni sopportano docilmente ma altri si arrabbiano molto e in ogni caso si stressano.

6. Condividere le cure al cane 

Per un buon rapporto fra cane e bambino, è importante insegnare a quest’ultimo a prendersi cura del cucciolo. Questo contribuisce a instaurare un solido rapporto fra i due e a insegnare al bambino che cosa significa avere la responsabilità di un altro essere vivente.

7. A ognuno il suo compito  

Prendersi cura del cane è quindi una regola importante, ma i bambini non possono fare tutto. Insegna a tuo figlio a far trovare al cane una ciotola di acqua sempre fresca e, se ha l’età, a portarlo fuori casa per fare due passi.

8. Evitare l’effetto sorpresa 

 Se il bambino prende il cane di sorpresa, da dietro o mentre dorme o sonnecchia, l’animale potrebbe impaurirsi e reagire male. Cerca quindi di insegnare al piccolo ad avere un approccio corretto con il quattrozampe.

9. Non urlare  

Il bambino non dovrebbe mai urlare in presenza del cane. Questo perché l’animale ha un udito finissimo e si rischia di farlo preoccupare e impaurire.

10. Incoraggia l’amicizia 

Il cane non deve avere paura del bambino piccolo così come il bambino non deve averne del cane. Per impostare fin da subito un buon rapporto, da cui nascerà un’amicizia intima ed eterna, è importante stabilire tutte le regole fin dal primo giorno e poi farle rispettare sempre. Il genitore deve sì sorvegliare, ma senza inutili preoccupazioni, e ben presto si accorgerà che sta nascendo qualcosa di importante!

AMBULATORIO VETERINARIO DOTT.SSA JOLE DE FALCO

Ci troviamo in via Giovanni Gentile n.100  a Rossano (a 50 m dal Centro per l'impiego)

Telefono 338 20 60 801

 P IVA 03064370780

L'abulatorio Veterinario effettua i seguenti orari:


Lunedì       
10.30 - 12.30, 16.30 - 19.30

Mar
tedì       10.30 - 12.30, 16.30 - 19.30

Mercoledì                          16.30 - 19.30

Giovedì       10.30 - 12.30, 16.30 - 19.30
 
Venerdì      10.30 - 12.30, 16.30 - 19.30
 
 Sabato        10.30 - 12.30